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L'impronta del tempo di Petr Halmay, nella traduzione di Antonio Parente, contiene liriche 'ai margini del mondo', dall'atmosfera nebbiosa, crepuscolare, indefinita. Molte di queste poesie sono quasi atti drammatici, che si manifestano in una sorta di vuoto scenico, impietosi e necessari nella loro presenza improvvisa e suggestiva.